Ritorna lo Ius Soli, ma ora si chiama Ius Culturae

Si torna a discutere di riforma della cittadinanza. Laura Boldrini maschera lo Ius Soli sotto mentite spoglie di Ius Culturae?

Laura Boldrini Ius Soli Ius Culturae - Leggilo

 

PD e Leu, ormai tornati a tutti gli effetti ad occupare le stanze dei bottoni, ripartono con uno dei loro classici: lo Ius Soli. Il 3 ottobre scorso, alla Camera, si è tornato a discutere di riforma della cittadinanza, annota Tpi. Se per il sottosegretario allo Sviluppo in quota PD Alessia Morani questo argomento non è una priorità, di tutt’altro avviso alcuni suoi colleghi di partito come l’ex Presidente della Camera Laura Boldrini e il capocorrente dei giovani turchi Matteo Orfini arrivato al limite di una prova di forza, sul tema, con una frase eloquente rivolta al pentastellato Luigi Di MaioSe vuoi il taglio dei parlamentari devi votare per lo Ius Soli.” Al momento sono 3 le proposte che la Camera dovrà esaminare, come riferisce AGI: quella di Renata Polverini di Forza Italia, quella del sopracitato Matteo Orfini e quella di Laura Boldrini. Tuttavia, mentre la proposta di Orfini, tutto sommato, conserva ragionevolezza e moderazione – prevede di dare la cittadinanza italiana a ragazzi figli di immigrati che abbiano completato almeno un ciclo di studi in Italia – ben più estrema è la proposta che porta la firma di Laura Boldrini. L’a mossa della ex presidente della Camera sembra quella di aggirare i pregiudizi intorno al termine Ius Soli parlando ora di Ius Culturae quello che, a tutti gli effetti, è uno Ius Soli vero e proprio. Nonostante  continui a parlare di bambini che abbiano studiato o stiano studiando in Italia, la proposta che la vede come prima firmataria, dice ben altro. La sua proposta, infatti  prevederebbe di dare cittadinanza a bambini nati in Italia se almeno uno dei due genitori è anch’egli nato qui. E si spinge anche oltre: è previsto anche di poter riconoscere come cittadino italiano un bambino figlio di genitori stranieri se uno dei due  risiede regolarmente nel nostro Paese da almeno 1 anno.  In questo caso – specifica SkyTg24 – affinché il neonato diventi cittadino italiano basta una dichiarazione di volontà espressa da uno dei due genitori.  Dunque, a differenza di quanto prevederebbe lo Ius Culturae, non sarà necessario aver studiato in Italia. Si tratta di una versione decisamente estrema della riforma di cittadinanza che rischia di far passare per italiani ragazzi provenienti da una famiglia culturalmente e linguisticamente straniera.

In un recente confronto televisivo il giornalista Alessandro Sallusti ha fatto notare a Boldrini che, prima di parlare di riforma della cittadinanza, sarebbe opportuno un maggior controllo sull’immigrazione. Infatti si rende necessario verificare che chi sbarca nel nostro Paese e desidera restarci e mettere su famiglia, sia anche disposto ad integrarsi e a far crescere effettivamente i figli in sintonia con i nostri usi e costumi. I bambini non sono mai una minaccia, ha sostenuto Sallusti. La minaccia è rappresentata dal contesto in cui, spesso, si trovano a vivere che è ostile alla cultura italiana. Laura Boldrini ha argomentato così: “Riconoscere la cittadinanza ad un bambino che si sente italiano è un modo per farlo sentire, effettivamente, uguale a tutti gli altri e questo può solo favorire l’integrazione“.

Ad onor del vero lo Ius sanguinis, attualmente in vigore in Italia, non sembra discriminare i figli degli immigrati e non ostacola in alcun modo la loro integrazione: permette ai minori stranieri di scegliere, una volta raggiunta la maggiore età, se acquisire la cittadinanza italiana o mantenere la cittadinanza del Paese di origine dei genitori. L’Italia è, al momento, il Paese più accogliente d’Europa e ogni anno riconosce la cittadinanza al più alto numero di cittadini stranieri. Chi pensa che la questione della cittadinanza non sia un priorità ed è destinata a passare in secondo piano rispetto ad altri temi dovrebbe rassegnarsi:  specifica l’Ansa -che sono ben 15 anni che in Italia si discute di riforma della cittadinanza ma in maniera non risolutiva, sebbene siano stati anni in cui la Sinistra e lo stesso PD sono più volte saliti al Governo. Una costante che fa apparire il tema dell’immigrazione come argomento di propaganda della Sinistra non meno di quanto sia apparso esserlo per la Lega di Matteo Salvini.

Fonti: Ansa, SkyTg24, Tpi, AGI.

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