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“Non parlare a telefono, sei intercettato”, così Mimmo Lucano sapeva come agire

Si vestono di abiti puliti, dicono di agire in nome del buon senso, e poi fanno “affaire” per salvarsi la pelle. Dov’era il buon senso di Mimmo Lucano, se davvero non c’era nulla da nascondere, nell’evitare di parlare a telefono perché intercettato? 

Mimmo Lucano, il Sindaco sospeso di Riace che ha basato tutta la sua attività politica nell’integrazione dei migranti – si ricandiderà come consigliere comunale, con la lista “Il cielo sopra Riace”, sostenendo la candidatura a Primo Cittadino di Maria Spanò, assessore uscente ai Lavori pubblici. Si voterà il prossimo 26 maggio, ma intanto il Tribunale del Riesame ha confermato il provvedimento che obbliga il Sindaco sospeso a stare lontano dal  suo paese. Per questo Lucano resta in esilio, ed è attualmente sottoposto a divieto di dimora e rinviato a giudizio nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Locri sul favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La sua posizione si aggrava in seguito a delle intercettazioni tra il Giudice attualmente in servizio presso la Corte d’appello di Catanzaro Emilio Sirianni e lo stesso Lucano, dove quest’ultimo veniva messo in guardia dal “parlare al telefono“.

La Procura di Locri ha deciso di aprire un’inchiesta, partita con un fascicolo esplorativo che ha visto Sirianni finire nel registro degli indagati per favoreggiamento, come riportato da Adnkronos. La Procura ha chiesto poi di archiviare l’indagine ma l’atteggiamento del Giudice, si legge nel provvedimento, “è stato poco consono a una persona appartenente all’ordinamento giudiziario, la quale peraltro era consapevole di parlare con persona indagata”. In particolare, l’inchiesta evidenzia il ruolo centrale del giudice Sirianni, a metà tra un “consulente di immagine e avvocato difensore, ma anche magistrato“. Tre ruoli che, di fatto, possono stonare ma che non sono un reato. In più, secondo la Procura, tutto quello che è stato detto o consigliato è consono alla strategia difensiva e non contribuisce ad inquinare lo scenario probatorio.

Stando invece alle denominazioni nei confronti di personaggi pubblici – come il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri o l’ex Ministro dell’Interno Marco Minniti – emerse sempre dalle intercettazioni, queste non costituirebbero prova di diffamazioni in quanto sono stati rivolte in privato. non c’è diffamazione. Ad ogni modo, però, quello che è emerso dalle indagini sono rapporti ben stretti tra Lucano Domenico e Sirianni Emilio, come riportato da La Repubblica. Quest’ultimo sollecitava il Sindaco sospeso a cancellare le email che si scambiava con lui, e in più ad evitare di “parlare a telefono”, in quanto intercettato. Non solo, Sirianni indicava a Lucano il tenore delle dichiarazioni da rendere alla stampa. Qualcosa di ben diverso dalla chiarezza di cui Lucano vuole farsi portavoce. Non è tutto oro ciò che luccica e di certo l’ex Sindaco non è neanche come i bronzi a Riace. Almeno quelli sono arte. Su di lui, invece, non c’è molto da riflettere per affermare il contrario.

Fonti: Adnkronos, La Repubblica

Pubblicato da
Chiara Feleppa

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