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Nonna partorisce la nipote per il figlio omosessuale: “Volevo fargli un regalo”

Nonna di 61 anni partorisce il nipote per il figlio omosessuale“. Dieci anni fa un titolo del genere sarebbe stato un errore di battitura o quasi. Vent’anni fa impensabile. Trent’anni fa un incubo. E ora quell’incubo è diventato realtà ed è, per qualcuno, un sogno che si avvera. Perchè è accaduto.

Una donna di 61 anni ha partorito la figlia del figlio omosessuale. E’ successo negli Stati Uniti, in Nebraska. E’ un caso senza precedenti e certo ne seguiranno altri. Un neonato messo al mondo dalla nonna. Difficile pensare a qualcosa di più estremo nel mondo, certo non privo di fantasia, della maternità surrogata. Forse riusciranno a far partorire la trisavola e dopo il nonno, dopo un’adeguata terapia di ormoni. E’ solo questione di tempo. Ma torniamo al presente: la nascita è stata possibile tramite il concepimento in vitro.

Cecile Eledge, 61 anni, ha tenuto in grembo per nove mesi la bambina del figlio omosessuale, Matthew. Una fecondazione artificiale a cui ha contribuito tutta in famiglia, o quasi. Ma niente incesto in vitro. A donare gli ovuli non è stata la sorella di Matthew ma quella del suo compagno, Elliott Dougherty. Forse dovremmo chiamare lui il “marito” di Matthew e lei la “cognata”. Certo, ma a noi basta dire che è il compagno, senza tirare in ballo quella vetusta isitituzione chiamata “matrimonio” certo una burla inventata da qualche genio eccentrico, non si sa bene per quale motivo. Forse per vederlo andare a rotoli con uno sequela di problemi legali – come l’affidamento di figlie e figli – più lunga dello strascico di una sposa. E qui di spose neanche a parlarne. Solo maschi si sono visti. Ah, no, dopo è venuta la bimba. Una donna in casa non stona, ogni tanto.

Matthew, insegnante in una scuola cattolica, aveva dichiarato di voler sposare Elliott. Ma lui è un uomo, dicevamo. Risultato: perde il lavoro. Pessima decisione. Cosa c’entra il lavoro con la vita privata? Misteri della fede. Lui ed  Elliott non vogliono solo sposarsi e dormire nello stesso letto. Vogliono un figlio. Ma si sa, il Nebraska è uno stato di bigotti. Potrebbe capitare un giudice che dorme con la Bibbia sul comodino. E non possono attendere che Dio – o meglio, Madre Natura, è più politicamente corretto – si accorga dell’errore nell’aver concesso alle sole donne di partorire. Quindi decidono risolvere il problema in famiglia e di fare tutto lì. Ah, per inciso, la famiglia di cui stiamo parlando e di quelle destinate a scomparire o di finire in minoranza. In nome dell’amore. Insomma, la mamma di Matthew, Cecile, si offre di condurre la gravidanza: nell’utero della 61 enne – che mai avrebbe pensato di accogliere un’altra vita – vengono impiantati gli ovuli di Lea Yrib, sorella di Elliott, genero di Cecile, fecondati con il seme di Matthew, come riportato da Il Corriere della Sera.

Così è nata Uma Louise Dougherty Eledge. Le foto del parto mostrano i due ragazzi commossi e, a sentir loro, innamorati, la nonna felice per essere diventata mamma e nonna, la sorella di Elliott che è diventata zia e sarà bravissima a dimenticare di essere la mamma. C’è il nonno che è diventato padre e nonno in una volta sola. C’è Matthew che ha messo il seme nell’ovulo fecondato finito nell’utero di sua madre. C’è Ellliott che non ha messo nulla, ma è diventato padre lo stesso. Ah, no, ha messo la sorella. Sembra la “Alla Fiera dell’Est” adattata ai nuovi tempi. Beh, alla faccia degli omofobi: quando c’è l’amore c’è tutto. E, a giudicare dalle foto del parto, di gioia e amore c’è ne a secchi. Ma se si guardano meglio le immagini  si vede una donna anziana a gambe aperte su un letto e si cerca, d’istinto la madre. Ma dopo ci si corregge subito e ci si vergogna quasi per questi pensieri da Età della Pietra. Si augura ogni bene ad Uma. Sembrano tutte brave persone, davvero. Degne più di altre di amore e comprensione. La verità vera sarà lei, Uma, a raccontarla, tra venti o trent’anni, quando i bambini nasceranno dal polline e dai fiori, come credevamo noi quando eravamo noi i bambini. E forse sarà davvero un sogno, finalmente.

Fonti: Facebook Ap, Il Corriere della Sera

 

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