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Matteo Salvini: “Rischio dai 3 ai 15 anni di carcere”

“Io paura? Le politiche dell’immigrazione le decide il Governo, non i privati o le Ong, se ne facciano una ragione”

Caso Diciotti. Il Tribunale dei Ministri di Catania ha chiesto  l’autorizzazione a procedere contro il Vicepremier Matteo Salvini

Oggi, il Tribunale dei Ministri di Catania ha chiesto l’autorizzazione a procedere in giudizio contro il Ministro Matteo Salvini, per la vicenda dei migranti a bordo della nave militare Diciotti. Salvini era stato accusato di sequestro aggravato di persona, abuso d’ufficio e arresto illegale, come riportato da Dire.

L’inchiesta era partita con il pm di Agrigento, Luigi Patronaggio.  Il leader della Lega era stato indagato per sequestro aggravato di persona, sequestro di persona, abuso d’ufficio e arresto illegale. Il motivo? Non aver fatto scendere subito i migranti a bordo della nave Diciotti, salvati in cattive acque proprio dall’unità navale italiana. Gli ultimi tre reati erano decaduti e restava in piedi il sequestro aggravato di persona. Gli atti erano stati inviati a Palermo dove si sarebbe dovuto definire il giudizio sul caso da parte del Tribunale dei Ministri.

Ma qui ci fu primo un colpo di scena: il pm Patronaggio e la Procura di Agrigento non risultarono competenti per giudicare il caso perché la Diciotti è stata fermata quando l’imbarcazione era ancora in acque di competenza catanese. Così la competenza è passata da Palermo a Catania. L’invio degi atti era accompagnato  da valutazione del Tribunale dei Ministri indirizzata alla Procura di Catania. La valutazione fu favorevole per il Ministro:  “Nei primi giorni di intervento della nave Diciotti al largo di Lampedusa – scrissero i magistrati – per il salvataggio dei 190 migranti che si trovavano a bordo di un barcone proveniente dalla Libia, non sono emersi reati. Fu anzi difeso meritoriamente dalla Guardia costiera l’interesse nazionale“,

Secondo il collegio palermitano la vicenda Diciotti con a bordo i migranti deve essere analizzata distinguendo due distinti momenti, riportati da Il Sole 24 Ore. Il primo, dal 15 al 20 agosto, dove secondo le toghe c’è stato “Solo una attività di pressione diplomatica nei confronti di Malta, perché adempisse i doveri previsti dalle convenzioni internazionali che regolano il salvataggio e l’accoglienza dei flussi migratori. Poi la nave fece uno scalo nei pressi di Lampedusa, dove, con alcune motovedette, furono sbarcati 13 migranti ammalati. Gli altri 177, sempre in quella prima fase, non furono oggetto di alcun reato, men che meno il sequestro di persona, perché nei primi giorni si stava cercando una soluzione diplomatica per l’accoglienza, che poi non fu trovata“. Quindi nessun sequestro di persona, ma solo una crisi diplomatica in attesa di soluzioni tra l’italia e gli altri Paesi Ue.

Con riferimento al secondo periodo, ricompreso fra il 20 al 25 agosto i magistrati palermitani lasciarono la valutazione ai colleghi catanesi ma sottolinearono che “la Guardia Costiera, cercando una soluzione per lo sbarco a Malta, fece l’interesse del Paese al rispetto delle convenzioni da parte dei partner europei“.

A valutare i comportamenti del Ministro doveva essere pertanto il Tribunale dei Ministri di Catania. La Procura di Catania si era mossa in linea con la valutazione espressa dal Tribunale di Palermo. L’accusa aveva infatti formulato la richiesta di archiviazione nei confronti di Salvini per la vicenda della Diciotti. Il Tribunale dei Ministri di Palermo ha ora ribaltato la prosettiva, ritenendo che nei confronti del Ministro sussistono gli estremi per procedere.

Serve ora l’autorizzazione del Senato e della Camera a cui appartiene Salvini. Se la maggioranza dei senatori dovesse negare l’autorizzazione, la procura dovrà rinunciare a proseguire l’indagine; se invece la richiesta sarà approvata inizierebbero normalmente i tre gradi di giudizio previsti dalla giurisprudenza ordinaria.

 

Intanto, Salvini, dal suo studio al Viminale, in diretta facebook, ha letto l’atto ricevuto dalla Procura di Catania. “Rischio da 3 a 15 anni di carcere per aver bloccato gli sbarchi dei clandestini in Italia. Manco fossi uno spacciatore o uno stupratore. Non ho parole. Paura? Lo ridichiaro: ho bloccato e bloccherò la procedura degli sbarchi”, ha detto.

“I giudici facciano i giudici, i ministri fanno i ministri ed esercitano i loro poteri. Chiedo agli italiani se ritengono che devo continuare a fare il ministro, esercitando diritti e doveri, oppure se devo demandare a questo o a quel tribunale le politiche dell’immigrazione. Le politiche dell’immigrazione le decide il Governo, non i privati o le Ong, se ne facciano una ragione”, ha ribadito con forza il Ministro dell’Interno. “Chiedo solo al popolo italiano se ritenete che io debba continuare a fare il ministro. Se volete continuare ad avere questo ministro, contate sul fatto che non cambia di una virgola“, ha poi assicurato Salvini, ribadendo la sua linea politica.

Il caso Diciotti

Il caso Diciotti, la nave militare della Guardia Costiera, risale allo scorso 15 Agosto: nel mar Mediterraneo navigavano 190 persone partite dalla Libia, dirette in Italia. Il vicepremier e Ministro dell’Interno Matteo Salvini non rilasciò l’autorizzazione per far attraccare la nave e per cinque giorni l’imbarcazione della Guardia Costiera balenò nelle acque, Poi, si fermò a Catania ma ai migranti fu impedito di scendere. Salvini chiese a Malta di farsi carico della situazione, che a sua volta respinse le responsabilità, dicendo che, il porto più vicino e sicuro, era proprio Lampedusa. Per Salvini, invece, Malta era responsabile di non aver prestato soccorso, come confermato da alcuni migranti ricoverati a Lampedusa. Alla fine, un centinaio furono presi dalla Chiesa, il resto dall’Irlanda e dall’Albania.

Fonti: Facebook Matteo Salvini, Dire, Il Sole 24 Ore

 

Pubblicato da
Chiara Feleppa

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