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Lino Banfi, è lui il volto dell’Italia nella commissione Unesco

“Sarà Lino Banfi a rappresentare l’Italia nella commissione italiana per l’Unesco”, ha annunciato soddisfatto il vicepremier Luigi Di Maio. Lino Banfi, 82 anni, volto noto soprattutto per il ruolo di nonno Libero in “Un medico in famiglia”, incarnerà l’Italia nella commissione UNESCO, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura.

La decisione è stata presa dal Governo italiano, ed è stata annunciata ieri sera da Di Maio, nell’ambito di un evento pubblico per la presentazione del reddito di cittadinanza. Il Ministro del Lavoro ha aperto la convention tra slide e video esplicativi con argomento reddito di cittadinanza e quota cento. “Questo evento per noi è una festa”, ha detto, ringraziando poi il governo Conte che ha sempre appoggiato la misura. Poi, ironicamente: “Abbiamo fatto Lino Banfi patrimonio dell’UNESCO”.

D’altra parte, il comico pugliese, sorpreso, ha espresso senza troppi fronzoli la felicità per l’incarico ottenuto, come riportato da Il Corriere della Sera: “Quando mi hanno chiamato ho detto subito: che c’entro io con la cultura? Perché sapevo che in questi casi i rappresentanti all’UNESCO sono laureati, persone che conoscono la geografia o le lingue”. Poi ha aggiunto: “Io allora voglio portare il sorriso ovunque, anche nei posti seri”. 

Il comico non ha mai fatto mistero di apprezzare la politica del pentastellato e tra loro ci sarebbe un rapporto confidenziale, tanto che i due, pare, sono andati a cena insieme quest’estate. Banfi ha raccontato di aver conosciuto Di Maio – un “raghezzo”, come l’ha definito – poco prima delle elezioni, quando si presentò in un pastificio con un mazzo di fiori per conoscere l’attore. “Lo apprezzo, quando parla da solo si vede che ha 32 anni, ma quando è con Conte e Salvini sembra che ne abbia 55, non riesco a capire come fa”.

Intanto, questa mattina, dalla periferia di Roma, il vicepremier Salvini ha lanciato una diretta facebook dove ha scherzato sulla questione: “Va bene, e Jerry Calà, Renato Pozzetto e Umberto Smaila?” – tutti comici volti noti della tv. “Apriamo questo dibattito. No, scherzi a parte, sorridiamo perché l’Italia è così bella che chiunque la può difendere, la può apprezzare, la può valorizzare, in giro per il mondo. Evviva Banfi, Cala, Pozzetto, evviva le tradizioni, il cinema, la cultura, la cucina, il modo di vivere italiano.. che Macron si sogna”,  dimostrando di non essere poi così contrario alla decisione e non perdendo occasione di lanciare una frecciatina oltralpe.

Intanto, sui social, l’opposizione si è scatenata, tra cui Orfini, del PD, che in un tweet ha parlato della nomina come un’offesa alla cultura.

La senatrice Vanna Iori del PD ha commentato con parole simili: «Lino Banfi è un attore divertente e una persona perbene ma appare difficile comprendere le ragioni per cui abbia ottenuto un incarico all’Unesco. La competenza è ancora un valore. Possibile che in un Paese come l’Italia non vi sia una figura più indicata e meritevole di ricoprire questo ruolo? Con questa ennesima boutade, il M5S certifica la sua enorme difficoltà politica e il tentativo di distrarre l’opinione pubblica dai suoi disastri: siamo passati dalla guerra alla Francia, all’allenatore nel pallone all’Unesco».

Insomma, par di capire: se l’uomo di spettacolo parla di aprire i porti nulla da dire, è un libreo pensatore, un grande artista, con il PD che è salito sugli scudi in Commissione di Vigilanza Rai per difenderlo dalle critiche, sopratutto da quel tweet assassino di un tale Salvini: “canta che ti passa”. Se Lino Banfi diventa rappresentante dell’Unesco ma è nominato dal Governo, allora no. Il presidente del PD lo taccia da ignorante. Ricordiamo, tuttavia, che Banfi è anche ambasciatore Unicef dal 2000, a riprova di un impegno nel sociale che lo contraddistingue. Non è ancora chiaro se Banfi sarà in Commissione come membro permanente del Consiglio direttivo o dell’Assemblea. Di sicuro, potrà avere un ruolo funzionale nella promozione e nella diffusione dei programmi Unesco nel nostro Paese. Per rispondere alle critiche, come direbbe Banfi: “una parole è troppa e due…sono poche”.

Chiara Feleppa

Fonti: Il Corriere della Sera, Twitter Orfini, Facebook Matteo Salvini

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