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Canzoni e migranti, Claudio Bisio difende Baglioni

Politica esci da questo Sanremo. Anzi, Sanremo esci da questa politica, visto che, poverina, la seconda viene tirata sempre in ballo. Anzi, in canto. La triade formata da Claudio Baglioni, Claudio Bisio, e la comica Virginia Raffaele, ha formato un asse schierato contro la politica di Matteo Salvini, preso d’assedio ormai da ogni parte. Ma lui non se ne preoccupa, prende tutto con leggerezza e liquida con un Tweet tutti gli oppositori. E via, risposte per tutti e questioni chiuse. Diciamolo, vorremmo avere tutti un po’ della sua calma nel reagire alle critiche.

Invece, la querelle continua. La musica non riesce a tenere il passo del Festival, proprio non ce la si fa a parlare di cantanti e di note. Dopo le parole contro l’attuale Governo da parte del cantante, direttore artistico e conduttore del Festival, alla prima Conferenza Stampa del programma in onda da Febbraio, ci si è messo anche Claudio Bisio ad alimentare le polemiche. Una giusta mossa per riportare al centro dell’attenzione quello che dovrebbe essere il tema delle serate, insomma.

Bisio, in un’intervista a La Stampa, ha detto di essere pienamente d’accordo con il suo collega: “Come potrebbe essere altrimenti? Mi è sembrata una dichiarazione assennata e condivisibile”. Quando poi gli ricordano che Teresa De Santis, direttrice di Rai 1, avrebbe detto che la presenza di Baglioni non sarebbe più gradita, ha reagito con ironia, smorzando gli animi: “No, non è possibile, mi dica che è una fake news. Voi giornalisti siete bravissimi a gonfiare le notizie… Magari non volevano proprio dire quelle cose”.

Non solo. Claudio Bisio ci anticipa che questa storia non sarà messa da parte: “Finita? Non proprio. Vi anticipo però che il mio autore sarà ancora Michele Serra e tutti sanno che lui se c’è da parlare di attualità non si tira indietro. Ora, qualcuno ricorderà che allora Michele scrisse per me un monologo che diceva molte cose a proposito di temi ora considerati delicati e di interesse nazionale. Per questo anziché rispondere sul ’che cosa dirò’, vi invito ad andare a rivedere quel monologo. Michele Serra se c’è da parlare di attualità non si tira indietro”.  Il monolgo a cui fa riferimento Bisio attaccava la Casta «Finché ci sono loro questo Paese non cambierà mai…»  ma dopo precisava «Siamo noi i mandanti, noi che li abbiamo votati. Se li guardate bene è impressionante come ci somigliano…» E Bisio qui precisa «Appunto. Si può fare intrattenimento, come è giusto a Sanremo, senza essere stupidi, o ignorando la realtà. O no?.»

Il monologo parlava di immigrazione e politica, il che significa che la faccenda verrà tirata fuori. Sanremo 2019 come Sanremo 2013. Ma basta! Vero che Sanremo ruba l’attenzione di mezza Italia, vero che si cerca di piegare il Festival a temi d’attualità sfruttandone la buona capacità di catalizzatore mediatico. Ma non se ne può più, ogni anno, di ascoltare monologhi volutamente di parte, tra l’altro neanche spontanei perché scritti da altri.

Magari, i temi importanti lasciamoli ai programmi di politica. Se qualcuno accende la Tv per vedere un programma di musica, non vorrebbe forse ascoltare musica?! Allora, togliamo i riferimenti al governo e lasciamo che se ne occupi Bruno Vespa a Porta a Porta, tanto per restare in Rai. Mettiamo i cantanti in gara al centro delle serate e facciamo loro spiegare, che so, com’è nata la canzone, o il suo significato. Il tentativo di manipolazione riesce malissimo. Perché, ogni anno, la linea che ci viene proposta è sempre la stessa, ed è sempre la stessa finta, costruita, perbenista, sinistroide. Allora, se proprio volete mettere l’attualità dentro Sanremo, fatelo da ambedue le sponde. L’anno prossimo chiamiamo Salvini e mettiamolo a parlare di immigrazione. Oppure, chiamiamo qualcuno che non la pensa allo stesso modo e facciamogli fare un discorsetto che vada contro i quattro stereotipi. No, eh?!

E, sia chiaro, non si vuole togliere la libertà di parola al povero Baglioni, che può dire quello che vuole. Solo dovrebbe capire i contesti. E sarebbe stato molto più professionale, si sarebbe dileguato dal mare di critiche che gli stanno piovendo addosso e magari avrebbe beccato anche qualche complimento, se avesse bypassato con eleganza la questione e riportato al centro della Conferenza la musica.  Insomma, ha sbagliato momento. E se Bisio aveva detto, qualche giorno fa, “vorrei non commentare e poi ha commentato”, se Baglioni aveva risposto alla giornalista di non voler rispondere e poi ha risposto, e aveva detto che, di questo Festival, “La stella polare è la canzone”, tutti dovrebbero rivedere un attimo le aspettative. E anche noi spettatori lo dovremmo fare. Ci si aspetta un Festival più politico che mai. E aspettiamo anche le dichiarazioni della Raffaele. Visto che…non c’è due senza tre.

Chiara Feleppa

Fonte: La Stampa

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Chiara Feleppa

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