Silvia, 36 anni: rifiuta la chemioterapia per salvare il suo bambino

Silvia Pozzan era una giovane donna che ha scelto di non fare la chemioterapia per salvare la vita di suo figlio. 

Silvia come Chiara Corbella. Due donne straordinarie che nella loro breve vita non hanno conosciuto la paura, ma solo l’amore. Un sentimento enorme, grande, come può essere quello per un figlio. Chiara – morta nel 2012 a 28 anni – sarà beata, perché oltre a non essersi curata per far nascere il proprio bambino, ha portato avanti due gravidanze sapendo che i suoi figli avrebbero avuto poche ore di vita per delle gravissime malformazioni. Un esempio di fede e speranza che riguarda anche Silvia Pozzan, 36 anni della provincia di Vicenza, che ha scelto di non sottoporsi alla terapia per far nascere il suo piccolo Lorenzo, come riportato da Vicenza Today.

Silvia, morta di tumore per far nascere il figlio

Nonostante la giovane età, Silvia si è ritrovata a combattere contro la malattia ma quando è rimasta incinta del suo piccolo Lorenzo, nato nel 2015, non ha avuto dubbi: ha scelto il suo bambino. Poi è stata colpita da un tumore al seno e quando sembrava che le cose andassero meglio, purtroppo le è stato diagnosticato un tumore al fegato che se l’è portata via in sole due settimane, come riportato da Repubblica.

Per chi non crede, per chi non ha fede, questa è una tragedia. Una mamma muore lasciando soli marito e figlio, ma forse, in realtà non è così. Forse davvero c’è una ragione più grande, prima cosa fra tutte che la vita non è nostra e non ci appartiene. Per questo non dobbiamo sciuparla o considerare di essere padroni del tempo: quel tempo ci viene concesso – per chi ci crede – da una volontà superiore. Sta a noi rendere la nostra vita un piccolo “capolavoro”. Anche se Silvia e Chiara non ci sono più, le loro creature Francesco e Lorenzo proseguiranno con loro a fianco. Non sarà come averle fisicamente presenti, e anzi a volte sarà anche molto doloroso, ma se si è aperti, se si ama con tutto il cuore come hanno fatto queste due donne straordinarie, allora il fardello diventa meno pesante.

Fonti: Vicenza Today, Repubblica

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