“Hanno organizzato la ola, organizzando un funerale di Stato che era una roba da curva sud”. A dirlo è stato il senatore del PD Matteo Renzi con riferimento a quanto accaduto a Genova alle esequie per le vittime dei Ponte di Genova. Sì lo ha detto davvero. E se non fosse accaduto davanti alle telecamere durante la trasmissione Otto e Mezzo sarebbe stato difficile crederci. Perchè la sottolineatura ha dell’incredibile e supera il segno.
Antonio Padellaro, giornalista del Fatto Quotidiano, presente in studio non è rimasto indifferente:
“Non posso farle passare la battuta secondo cui ai funerali di Genova, organizzati dal Governo, c’era la ola. Scusi senatore, lei si rende conto di quello che sta dicendo? Era un momento di dolore per tutto il Paese. E adesso ci viene a dire che era tutto organizzato dal Governo? Scusi ma forse sta andando un po’ oltre” ha commentato il giornalista. Renzi se la sarebbe potuta cavare, per così dire, dicendo che era una battuta ma ha preferito glissare, pur di no doversi correggere: “La modalità con le quali è stato costruito il racconto del funerale di Genova, a partire dall’sms del portavoce del presidente del Consiglio, Casalino, ai direttori di giornali, che diceva di sottolineare i fischi al PD, vale a dire a Pinotti e Martina, e gli applausi e le standing ovation a Salvini e Di Maio”.
Padellaro ha fatto notare che si tratta di cose diverse. E non ha mancato di ricordare che “il bravissimo Sensi”, il portavoce di Paolo Gentiloni e dello stesso Matteo Renzi mandava sms ai direttori dei giornali in cui diceva che bisognava “bastonare Di Battista”.
Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, ha commentato: “Io dubito che chi ha appena perso i parenti sotto un ponte crollato si faccia pilotare le mani e i comportamenti dal portavoce del governo. Se ci fosse stato Renzi a differenza di Martina lo avrebbero anche riconosciuto e i fischi sarebbero stati anche di più, perché comunque, volente o nolente, il Centrosinistra è colui che ha avviato quella sciagurata privatizzazione che ha regalato i pedaggi di Autostrade che ci eravamo pagati con le nostre tasse non una ma tre volte”.
Fonti: Otto e mezzo, Il Fatto Quotidiano
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