Roma, i nomadi mandati via: “Veniamo a casa vostra. Non vi libererete di noi”

Sono venuti alle cinque del mattino, ci hanno dato 30 secondi per uscire. Una uomo è stato picchiato davanti alla bambina piccola“. Ancora tensione a Roma dopo lo sgombero del Camping River, la baraccopoli dei nomadi deciso dalla sindaca Virginia Raggi. I rom hanno rigettato le offerte dei servizi sociali, in particolare l’alloggio in case famiglia perchè «dividono i mariti dalle mogli e dai bambini». Rifiutata anche la la tendopoli di Monteverde per i senzatetto, riadattata per l’occasione a ricovero dei Rom. Virginia Raggi, che da una settimana ha disposto lo sgombero dell’accampamento dopo un anno di annunci, fatto  ha detto chiaramente che non ci saranno passi indietro: «Proseguiamo con determinazione ad applicare il nostro modello. Mettiamo fine a un sistema che per decenni ha emarginato le persone, creato disagi ai cittadini, sperperato centinaia di milioni di euro».
Qualcuno dei Rom non si rassegna. Tra questi un ragazzo che dice di chiamarsi Denis Stefan, 27 anni, come riportato da Il Messaggero: «Vengo dal KosovoEntreremo nelle case dei cittadini, da stasera, per fargli vedere cosa significa essere buttati in strada». Il ragazzo se la prende con gli abitanti di via della Tenuta Piccirilli, traversa della Tiberina che per tredici anni, fino allo sgombero di ieri, ha ospitato la baraccopoli del Camping River. «Noi da qui ce ne andiamo soltanto morti. Fino a ieri – dice Stefan – i cittadini di questa zona stavano bene con noi, ci salutavano, salve, buongiorno. Ora abbiamo sentito che sono felici che ci cacciano via», dice, quasi incredulo. Poi torna serio: «Allora noi abbiamo promesso che da stasera gli entreremo in casa. Una minaccia? No, bloccheremo tutta la via. Non sarà facile liberarsi di noi».
Stefan, racconta il Messaggero, ha fatto gruppo con gli ultimi 50-60 rom che ancora stazionano fuori dal cancello del Camping mentre la Polizia locale rimane in allerta. L’ultimo gruppo di nomadi rimane fino a sera davanti al River. Gli uomini della Municipale si sono piazzati davanti ai cancelli delle case a ridosso del campo, per controllare che gli ultimi rom non forzino gli ingressi. Il comandante generale Antonio Di Maggio ha disposto la presenza cinquanta agenti a difesa del River, 24 ore su 24. Una precauzione che poche ore dopo risulterà non essere stata eccessiva: appena si fa notte alcuni sfondano il cancello, prendono a sassate i vigili, un agente finisce in ambulanza al Sant’Andrea.
Sulla questione rom è intervenuto nelle ultime ore il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante la cerimonia del Ventaglio al Quirinale, come riportato dall’Agi: “L’Italia non può somigliare a un Far West dove un tale compra un fucile e spara dal balcone ferendo una bambina di un anno, rovinandone la salute e il futuro

Le sue parole fanno riferimento al caso della bimba rom colpita da un proiettole alla schiena a Roma lo scorso 18 luglio mentre era in braccio alla madre. Matteo Salvini intervenuto a Radio 24 ha detto la sua “nessuno vuole il Far West in Italia, nessuno vuole le pistole libere, al massimo c’è qualche ‘pistola in libertà'”, nel senso di “uomini che parlano a vanvera“. E proprio sul Far West, il ministro vuole chiarire qualcosa a Mattarella: “Io non voglio né più armi né il Far West, chi lo sostiene non è ben informato. Io lavoro per rafforzare le Forze dell’Ordine e per garantire ai cittadini perbene la possibilità di difendersi a casa propria. Voglio disarmare e punire gli aggressori, voglio proteggere e difendere gli aggrediti. Sbaglio?”

E proprio alla radio, infatti, il ministro dell’Interno ribadsce il pensiero di base della Lega sulla legittima difesa e sulla necessità di modificare la legge: “Noi semplicemente con la legittima difesa vorremmo rendere meno complicato difendersi per coloro che sono in stato di aggressione da parte di delinquenti che le armi purtroppo le hanno. Penso che Mattarella si riferisca ad altri. Se il Corriere della Sera mi vuole fare litigare con Mattarella ha trovato la persona sbagliata”.

Salvini ha aggiunto: ” Occorre restituire il diritto alla legittima difesa all’interno della proprietà”. “Se io ti trovo in casa mia alle 3 di notte  con i miei figli che dormono e non ho porto d’armi, pistole, fucili, machete… ma se trovo qualcosa a portata di mano, anche un mattarello, sicuramente non aspetto che qualcuno a casa mia mascherato mi spieghi le sue intenzioni…”.

Fonti: Il Messaggero, Agi, Radio 24, AlaNews

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