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Sara, i genitori non vogliono estranei. Un ematoma di 35 centimetri spiega cosa è accaduto

Non c’erano estranei ai funerali di Sara Francesca Basso la ragazzina di 13 anni morta per annegamento nella piscina dell’albergo di Sperlonga. I genitori hanno voluto vivere questo dolore nella più assoluta intimità. Per questo motivo hanno deciso di non pubblicizzare la data dei funerali nemmeno attraverso i manifesti. Nella chiesa di Santa Maria Goretti, dove Sara aveva fatto la prima comunione, in viale Europa, zona bassa di Frosinone amici e parenti si sono stretti intorno alla famiglia. Da alcune informazioni raccolte sembra che nella chiesa di Santa Maria Goretti dove è stato celebrato il rito funebre fossero presenti le compagne di classe ed i docenti della scuola la seconda media del campo Coni a Frosinone.

A celebrare la messa, senza dunque l’assedio mediatico dopo il forte clamore dei giorni scorsi, è stato il vicario parrocchiale don Dino Mazzoli, che durante l’omelia ha avuto parole commoventi.  La famiglia di Sara è assistita dall’avvocato Maria Minotti, che nei prossimi giorni comincerà a valutare le iniziative da assumere. «C’è un dolore immenso – ha detto il legale – questo è il momento del rispetto e del silenzio. Poi penseremo a tutto quello che si dovrà fare».

L’esame autoptico sul corpo della povera Sara è stato eseguito dalla dottoressa Stefania Urso dell’università Tor Vergata di Roma. Presenti anche il consulente di parte Daniela Lucidi e il dottor Augusto Canali, nominato dall’avvocato Maria Minotti legale della famiglia Basso. Dall’esame autoptico sarebbe emerso che Sara, ottima nuotatrice, avrebbe inalato molta acqua che era finita nei polmoni, come riportato da Il Corriere della Sera. E’ emerso anche un ematoma alla coscia lungo 35 centimetri. Ferita che avvalora la tesi che qualcosa abbia bloccato la ragazza sul fondo della piscina.  Il consulente della Procura si è preso adesso novanta giorni di tempo i per depositare la perizia. Al momento si sa che sarebbero stati disposti altri esami istologici e clinici. Intanto il titolare dell’albergo, l’amministratore, il costruttore della piscina ed il manutentore restano indagati per l’ipotesi di reato di omicidio colposo.

Fonte: Il Corriere della Sera

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Redazione

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