Nel corso degli anni, come riportato da Repubblica, Luigi De Filippo dichiarò: “Ringrazio mio zio Eduardo e mio padre Peppino per avermi insegnato la disciplina. Devi essere una macchina da guerra sul palcoscenico se vuoi che le cose funzionino a dovere. Eduardo fece di Napoli il centro dell’universo; Peppino mise il suo talento su alcune interpretazioni memorabili”. E poi, una frase che ora sembra quasi profetica per uno che ha recitato sul palcoscenico fino all’ultimo: “Uno non sa mai veramente quando è l’ora in cui deve smettere. È la nostra fortuna. Gli attori poi vorrebbero scrivere la parola fine solo su quelle quattro tavole fatate”. E così lui ha fatto. Finchè la salute glielo ha permesso è stato sul posto per lui più naturale il palco, di fronte al pubblico che per tanti anni lo ha amato e osannato.
Fonti: Il Corriere della Sera, Repubblica
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