«Sono Alessandro Garlaschi, sono in via Francesco Brioschi 93, ho bisogno di un’ambulanza, di un’automedica e della polizia». E’ l’assassino di Jessica Faoro a parlare, pronunciate subito dopo aver ucciso la ragazza nel suo appartamento in via Brioschi a Milano. «C’è stata una lite tra di noi, mi ha colpito con un coltello a entrambe le mani, io sono riuscito a prendere il coltello e l’ho colpita allo stomaco, infatti è uscito un pezzo di organo. Ho cercato di pulire perché ho cercato di metterla coperta, nelle valigie in dei teli, non volevo vederla. Lei mi ha guardato e mi ha detto non riesco a respirare più e subito dopo niente».
L’uomo negli istanti successivi al delitto ha chiamato la polizia mentre il corpo della 19enne era senza vita sul pavimento del suo salotto. E’ la trasmissione Quarto Grado a riferire la telefonata fatta da Garlaschi.
L’uomo avrebbe ucciso Jessica, dopo l’ennesimo rifiuto della ragazza alle sue avance sessuali.
Una storia triste quella di Jessica: fin dalla nascita, nel 1998, Jessica Faoro aveva vissuto in comunità per un provvedimento dell’autorità giudiziaria. I genitori, Stefano Faoro e Annamaria Natella, non avevano una casa. Il padre aveva anche patteggiato una condanna per maltrattamenti.
Fonte: Quarto Grado
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