Abusava di una minore disabile. I giudici: “Ma era mosso da sentimenti”

Ancora una sentenza che fa discutere, dopo quella di un uomo assolto dall’accusa di maltrattamenti alla moglie. Anche in questo caso siamo a Torino. Qui, un 50enne, accusato di aver abusato sessualmente di una ragazza di 16 anni, ha potuto godere delle attenuanti generiche. I giudici, infatti, hanno ritenuto che “non si può dubitare un sentimento di amore o affetto”, nei confronti della giovanissima. Questo nonostante l’uomo “ha approfittato dell’inferiorità fisica e psichica della giovane donna”. La 16enne, infatti, era anche affetta da sclerosi multipla.

Si tratta di una vicenda che è iniziata quattordici anni fa, ma che – spiega ‘Repubblica’ – arriva ora a sentenza. L’uomo era accusato di violenza sessuale, intesa come carnale. Il suo legale, Cristian Scaramozzino, precisa in ogni caso: “Ma tra il mio cliente e la ragazza c’era una relazione e ogni rapporto è stato consenziente. Alla fine il mio cliente è stato accusato di violenza sessuale in quanto avrebbe abusato delle condizioni psicofisiche della ragazza anche se lei non aveva alcun deficit mentale”. La ragazza era originaria di El Salvador, dove la sua famiglia era tornata a vivere. Lei invece era rimasta a Torino.

Con lei, il 50enne, che la accompagnava alle visite mediche ed era sempre lui il suo confidente principale. Contestualmente, però, abusava della ragazza. Il comportamento dell’uomo ha fatto comunque sì che gli venissero riconosciute le attenuanti generiche chieste dalla difesa ottenendo uno sconto di pena. In primo grado, era stato condannato a 5 anni, ora la Cassazione gliene conferma quattro. I giudici d’Appello avevano scritto: “Si è preso cura di lei, non solo provvedendo alle sue esigenze primarie, ma anche accompagnandola alle numerose visite mediche per il trattamento della malattia che le era stato diagnosticata”. Gli abusi, spiegava l’accusa al processo, si erano perpetuati dal 2004 al 2008 con “continui rapporti sessuali” e una “situazione di totale dipendenza” della vittima. I giudici confermano che violenze ci sono state, ma poi pongono l’accento sul “sentimento positivo” dell’imputato.

GM

Fonte: Repubblica

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