“La gente ormai mi riconosceva per strada e a tanta popolarità io reagii con attacchi di panico. Mi girava la testa, andavo in iperventilazione, temevo mi venisse un infarto da un momento all’altro. Non ero più in grado di uscire di casa, nemmeno per andare a trovare Gianna, la mia fidanzata e futura moglie che abitava vicino a Vitinia, una frazione di Roma. Il buio ricadeva su di me, ero un uomo da buttare. ‘Ecco, è uscita fuori tutta la mia inadeguatezza, mentale e fisica, pensavo. Non sono in grado di sostenere questo tipo di lavoro'”.
La mamma lo “curò” con un bel calcio nel sedere, ma fu soprattutto lo psicanalista Piero Bellanova ad aiutarlo: “La cura che mi suggerì fu lì per lì uno shock: lui la definiva “un atto di coraggio” che consisteva nel rimettere il naso fuori di casa per andare a trovare Gianna, allungando il percorso addirittura di una decina di chilometri. “Invece di prendere subito lo svincolo per Vitinia – diceva – vai fino a Ostia, fai la rotonda e torni indietro. Sia all’andata sia al ritorno. Pensavo scherzasse, invece..”.
Fonte: Ok Salute e Benessere
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