Gli rubano il cellulare, lui si vendica in modo raccapricciante

(Websource/Archivio)

Lo ha legato al letto dopo avergli sparato e poi, senza pietà, gli ha dato fuoco. Questo ciò che ha compiuto una guardia giurata su un uomo di nazionalità tunisina di trentadue anni, colpevole di avergli rubato il cellulare. Poche centinaia di euro per scatenare la violenza più brutale, come riportato da Il Corriere della Sera.

Marco Longo, colui che ha commesso il gesto efferato, ha trentadue anni e risiede a Livorno, pur essendo di origini siciliane. E’ stato lui stesso a confessare il delitto.
Il corpo della vittima, Hamdi Fathel, è stato trovato completamente carbonizzato.
Secondo quanto affermato dalla stessa guardia giurata nella ricostruzione dei fatti avvenuta nell’interrogatorio di fronte al pm Fiorenza Marrara, Longo avrebbe colpito il trentaduenne, con la sua pistola Beretta 7.65, modificata da un silenziatore artigianale, due i colpi al petto e uno alla testa. Quest’ultimo colpo, trapassando il corpo della vittima, come confermato anche dall’esame tac sulla salma, sarebbe stato recuperato dall’assassino che lo avrebbe così potuto far sparire dal luogo del delitto. Longo avrebbe poi posizionato la vittima sul letto apponendo sugli occhi monete da venti centesimi.
Dopo aver cercato e trovato il suo telefonino avrebbe così deciso di dar fuoco all’intero appartamento per far perdere le proprie tracce.
L’uomo è stato fermato a seguito di un blitz effettuato dalle forze dell’ordine in un centro estetico di Venturina.
I due si conoscevano e vi era stato tra di loro un grosso litigio per la somma corrispondente al valore del cellulare.
Il tunisino era stato condannato per spaccio di stupefacenti, mentre Longo aveva un passato da tossicodipendente.

Fonte: Il Corriere della Sera

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