“Vogliamo giustizia per nostra figlia”. È l’appello dei familiari di Giada De Pace, la ragazza scomparsa un ‘anno fa a Roma.
La madre di Giada De Pace, la 25 enne morta un anno fa durante un intervento continua a chiedere giustizia per la figlia.

“Vogliamo giustizia per nostra figlia, chi ha sbagliato deve pagare” è l’appello della madre di Giada, studentessa di Lingue straniere all’università di Tor Vergata, morta a venticinque anni durante un intervento di bypass-gastrico. “Non era in sovrappeso, ma voleva migliorare la sua vita – ha detto sua mamma – noi l’abbiamo sostenuta”. Un intervento voluto perché, come dicono i genitori, «nostra figlia temeva che un giorno avrebbe potuto essere discriminata nel lavoro in quanto grassa. In televisione vedeva tutti magri e belli, è tempo di dire basta a questi stereotipi pericolosi». Eppure i timori di una taglia troppo abbondante per il mondo del lavoro sono risultati un tarlo che cresceva sempre di più, fino a spingere la ragazza a sottoporsi all’intervento.
Le motivazioni che hanno spinto Giada all’intervento
Il 28 aprile 2021 Giada postava un’articolo su Facebook, commentando: «Bella l’Italia, complimenti» riferendosi ad una ragazza che non era stata presa a lavorare perché troppo grassa. Pochi giorni dopo, la decisione di anticipare l’operazione, inizialmente programmata a settembre. «Non so se quell’episodio le abbia messo fretta – racconta il padre. Aggiunge la mamma: «Le hanno sempre dato fastidio le discriminazioni per l’aspetto fisico, mia figlia voleva operarsi a tutti i costi per perdere peso. Quando andavamo a provare un vestito, la vedevo soffrire.” La donna ha successivamente ripercorso la vicenda che ha coinvolto la figlia il 9 giugno 2021 all’ospedale San Carlo di Nancy di Roma. Un’operazione a cui la 25 enne si è sottoposta ma dopo la quale non si è più svegliata a causa di un arresto cardiocircolatorio. Una morte in circostanze sospette per cui i genitori hanno sporto denuncia e la Procura di Roma ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo, disponendo l’acquisizione delle cartelle cliniche dall’ospedale e indagando il chirurgo che l’ha operata.
Un procedimento che a distanza di un anno è ancora in attesa che il giudice si esprima con un’eventuale archiviazione o un rinvio a giudizio. Come spiega ancora la mamma: “l’autopsia condotta sulla salma ha evidenziato una lesione netta dell’aorta addominale, inoltre gli inquirenti hanno disposto una serie di perizie e contro-perizie, ma ad oggi non c’è nulla di fatto e la vicenda è ancora aperta”.Così un anno dopo il drammatico evento, la madre ha anche pubblicato una sua foto con un pensiero che la ricorda e la garanzia di lottare per la giustizia: “Amore mio, oggi è il giorno più triste della mia vita. Oggi farò una cosa per te: ti renderò giustizia finché avrò vita“.