Il premier Conte è andato da Willy pochi giorni prima delle elezioni, dice Er Brasile

Dopo le polemiche di sabato quando è stato allontanato del funerale di Willy dalle forze dell’ordine, “er Brasile” torna a commentare l’accaduto. “Non sono un lucratore”.

Tra le tante personalità presenti ieri ai funerali di Willy Monteiro Duarte a Paliano, c’era anche Massimiliano Minnocci, detto “Er Brasile”. Romano della borgata di Pietralata, Minnocci era seguito da Willy Monteiro Duarte sui social network, e per questo aveva pensato di partecipare ai funerali del giovane. Minnocci, che ha avuto seri guai con la polizia in passato, è diventato popolare dopo un video che lo ritraeva sanguinante durante un arresto, spiega Il Tempo. Per questo sarebbe stato bloccato dagli agenti di polizia ieri, dopo aver cercato di portare un mazzo di fiori all’interno del campo sportivo di Paliano, dove si svolgeva la cerimonia funebre che ha visto la presenza di centinaia di persone. Minnocci non ha voluto insistere e si è limitato a consegnare i fiori ad alcuni agenti, a cui ha chiesto di poggiarli vicino alla bara di Willy.

Su quanto accaduto ieri, “Er Brasile” ha commentato in un video in diretta con i follower, in cui ha respinto le accuse di voler cercare visibilità, informa Il Mattino: “Non sono un lucratore”, ha detto Minnocci, “ero lì per portare un mazzo di fiori al povero Willy, che mi seguiva sui social”. Spiega così la sua presenza Minnocci, che indica alcuni screenshot, dice, che alcuni amici gli avrebbero mandato, chiedendogli di dedicare un pensiero a Willy. L’uomo, conosciuto anche per essere un ultrà della Roma accusa le forze dell’ordine di averlo allontanato dal campo sportivo quando è arrivato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. “L’unico lucratore qui è lui che viene al funerale a pochi giorni dalle elezioni”, ha accusato Minnocci, che dice di non aver “bisogno di lucrare”, e di aiutare sempre gli altri. Ma confessa che “i ‘ragazzi’ della Digos” ormai lo conoscono, e per questo hanno preferito allontanarlo. “Hanno cercato di provocarmi perché sanno che basta poco”, ha detto Er Brasile, che però afferma che da mesi sta cercando di cambiare.

Minnocci se la prende anche con la stampa che, secondo lui, cercano sempre di attribuirgli una etichetta per poter vendere di più. “Prima ero il neofascista ma poi ho ripulito tutti i tatuaggi fascisti che avevo”, ammette. E da allora, accusa lui, i mezzi di comunicazione lo definiscono ‘ultrà della Roma‘ perché attirerebbe di più. Er Brasile sarebbe quasi tentato di allontanarsi dai social, dove legge sempre molti insulti e tanti attacchi che poi, dice, “per strada nessuno ha il coraggio di fare”. Minnocci dice si essersi messo sulla buona strada, almeno ci prova. “Sono un imprenditore, afferma, e cerco di non commettere gli stessi errori”, anche se dice che c’è sempre qualcuno che lo vorrebbe farlo “ricascare”.

Fonte: Tempo, Il Mattino

Impostazioni privacy