Scandalo Csm: al vaglio la posizione di altri 20 magistrati, mentre Palamara promette di fare tutti i nomi

Dopo l’espulsione dall’Anm, Palamara ha promesso di trascinare giù tutti. E lo scandalo rischia di allargarsi: al vaglio della Prima Commissione le chat dell’ex Pm romano con altri 20 magistrati. 

Altri 20 magistrati nel mirino per i messaggi nelle chat con Palamara - Leggilo.org

L’espulsione di Luca Palamara dall’Anm è soltanto la punta dell’iceberg di uno scandalo che scuote dalle fondamenta la Magistratura. L’ex membro del Csm, come spiega Rainews, va al contrattacco annunciando ricorso: “Come da statuto”, e promette di fare nomi e cognomi di tutti coloro ai quali non è stato riservato lo stesso trattamento pur avendo contribuito alla deriva correntizia del Csm. Palamara non ci sta a passare per il male assoluto della Magistratura italiana e rischia di diventare una vera e propria mina vagante. Le pressioni esercitate – e contestate dall’inchiesta di Perugia – sulle nomine delle Procure italiane altro non erano, ha spiegato Palamara, che accordi tra le varie correnti all’interno del Csm. E viene da chiedersi se davvero Luca Palamara avrebbe potuto da solo orchestrare e indirizzare una tale mole di nomine ai vertici della Magistratura. Il caso di Matteo Salvini – venuto a galla con le intercettazioni – è emblematico: tanti magistrati hanno seguito Palamara nella sua sortita contro l’allora Ministro dell’Interno e, di fatti, il comunicato è arrivato a nome del Csm.

Come spiega Il Giornale, nel mirino della Prima Commissione del Csm, che si occupa della cosiddetta “incompatibilità ambientale”, ovvero della sanzione para-disciplinare di trasferimento, sono finiti ben 20 magistrati. Sono togati che hanno scambiato messaggi, nelle chat intercettate, con Palamara il cui operato potrebbe essere considerato poco professionale o lesivo dell’immagine della Magistratura. Se la Commissione dovesse ravvedere casi gravi potrebbe proporre al plenum del Csm anche la rimozione. Di fatto, quello che è avvenuto con Cesare Sirignano, Sostituto Procuratore della Direzione Nazionale Antimafia, trasferito d’ufficio per essere finito nelle intercettazioni proprio di Palamara. Sirignano venne allontanato in quanto ritenuto partecipe delle strategie dell’ex Pm romano. Analoghi sospetti ricadono sui 20 magistrati finiti sotto la lente di ingrandimento. Il tutto ora è nelle mani del Procuratore Generale Giovanni Salvi, che dovrà valutare le posizioni dei suoi colleghi.

David Ermini, Vicepresidente del Csm, intervenuto a “Il Mattino di Radio Uno” ha spiegato le intenzione dell’organo della Magistratura: “Tutti gli organi che hanno delle loro specifiche competenze stanno esaminando atto per atto, chat per chat, intercettazione per intercettazione, tutto quello che è accaduto”. Istituito, inoltre, un gruppo di lavoro per esaminare eventuali atti illeciti dei magistrati in questione presso la Corte di Cassazione. L’obiettivo è, in primo luogo, ripulire l’immagine della Magistratura uscita inevitabilmente macchiata da una vicenda in cui ancora si deve andare a fondo. Nei prossimi giorni, le minacce di querela nei confronti di Palamara, le dichiarazioni dell’ex Pm, potrebbero infiammare il caso. Sul campo politico cresce, in parallelo con la crescita dell’inchiesta in seno al Csm, la convergenza sulla necessità di una riforma strutturale, che potrebbe presto arrivare sui banchi del Parlamento.

 

 

 

Fonte: Rainews, Il Giornale

 

 

 

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